La conoscenza del peggio - 9788845921483

La conoscenza del peggio: "All'uomo non conviene considerare, riguardo a se stesso e riguardo alle altre cose, se non ciò che è l'ottimo e l'eccellente; e inevitabilmente dovrebbe conoscere anche il peggio, giacché la conoscenza del meglio e del peggio è la medesima" dice Platone in un passo del Fedone. Tuttavia, aggiunge Sgalambro in questo libro ad alta temperatura speculativa, la filosofia si è invece legata strettamente solo al "meglio", tanto da identificarvisi, e lo stesso Platone non ha affrontato minimamente la conoscenza del peggio che raccomandava. Vi è stato, certo, un "pessimismo che si è assunto il compito di trattare del pessimum, ma passando attraverso la sofferenza", e facendoci pagare i "lugubri stati d'animo del pessimista", mentre "solo dopo il dolore compare il vero pessimismo". Verso quest'ultimo, dunque, non può che condurci un "fanatico della verità" come Sgalambro: il metodo che Sgalambro utilizza assomiglia molto a un libero flusso di un pensiero erratico che si sviluppa attraverso contrappunti capaci di suscitare inattese accensioni nella mente del lettore. Ma per tornare sempre, lungo un percorso le cui diversioni compongono in realtà un disegno di mirabile coerenza, al tema dominante, fulcro di un'opera filosofica fra le più notevoli dei nostri tempi. E non senza un sentimento di contagiosa euforia.
"The man should not consider, about himself and about other things, if not what is the good and excellent; and also the worst, because inevitably should know better knowledge and the worst is the same, "says Plato in a passage from the Phaedo. However, adds Sgalambro high temperature in this book is speculative philosophy instead closely linked only to the "best", much to identify with it, and Plato did not address the slightest awareness of worse than recommended. There was, of course, a "pessimism that has taken on the task of dealing of pessimum", but passing through suffering ", and overcharging the gloomy moods of" pessimistic, "while" only after the pain appears the real pessimism ". Towards the latter, therefore, can only lead us a "zealot for truth" as Sai: the method that Sgalambro uses looks a lot like a free flow of erratic thinking that is developed through counterpoints capable of provoking unexpected starts in the mind of the reader. But to return ever, along a path whose diversions make up actually a drawing of admirable consistency, the dominant theme, centerpiece of a philosophical work among the most remarkable of our times. And not without a sense of contagious euphoria.