L'Ultima riga delle favole - 9788830425811

Il titolo di questo libro mi ha incuriosito e attratto fin da principio: “L’ultima riga delle favole”, ovvero “e vissero per sempre felici e contenti.” Un titolo che genera aspettative, inevitabilmente. Ma la lettura di questo romanzo si è rivelata più ardua del previsto. Il protagonista della storia, una sorta di favola spirituale, è Tomàs, un uomo come tanti, disilluso e con scarsa autostima, che d’improvviso si ritrova in un luogo sconosciuto e surreale, le "Terme dell’anima". Si tratta di una realtà quasi onirica che lo assorbe completamente e lo coinvolge in un percorso a ritroso, intimo e profondo, che scandaglia la sua anima, costringendolo ad una feroce e faticosa analisi della sua vita, delle sue scelte, dei suoi comportamenti, dei suoi sentimenti. Durante le tappe di questo strano cammino, Tomàs interagisce con altri personaggi e con loro cerca di affrontare e superare le prove e le sfide che gli vendono sottoposte. Fino alla fine, fino alla riscoperta delle proprie capacità e fino alla riconciliazione con l’amore, verso se stesso e verso gli altri. Sebbene lo stile di scrittura del giornalista Gramellini sia scorrevole e fluida, la costruzione del romanzo risulta appesantita da questo complicatissimo disegno simbolico/metaforico. Non è stato facile terminarne la lettura.

l’autore apre il proprio cuore a chi voglia ascoltarlo. Un libro che suscita emozioni e fa nascere discussioni e riflessioni. Gramellini scrive molto bene e il libro è piacevole, una lettura leggera e al tempo stesso impegnata

Non è un brutto libro ma nemmeno quel che si dice un capolavoro. Gramellini scrive bene e si possono condividere con lui molti punti di vista ma, sinceramente, infarcisce troppo il romanzo di perifrasi e costrutti onirico-sentimentali, aggiungendo infarciture di psicologia un po’ spiccia e troppo personale. Ogni frase di per sè è impostata bene ma sono troppe. Tutte insieme sono un’esagerazione quasi fastidiosa scadendo a volte nella "mielosità". Non me ne voglia l’autore ma più che ad un Hesse mi viene da pensare ad un Moccia. Lo consiglio agli amici... se hanno figli adolescenti a cui regalarlo.

Un ottimo libro: il contenuto e quello che vuole trasmettere sono raccontati in maniera molto originale ma comprensibilissima. Spunti e lezioni di vita per tutti noi, per il nostro quotidiano, per relazionarci con l’altro e gli altri. Io l’ho anche regalato, per cui lo consiglio vivamente.