Grandi speranze - 9788893810128

"Il romanzo ’Grandi speranze’ - scrive Giorgio Manganelli - è un bell’esempio di gloriosa e impura recitazione, da gran guitto. In tutta la prima parte il racconto si muove con concentrata lentezza: tra storie e figure non v’è alcun diaframma; la seconda parte, moderatamente accellerata, ha minor concentrazione; nel finale, ricco di pezzi di bravura, le fila si allacciano in precipitosa conclusione". Ecco il metodo apparente di Charles Dickens. Egli scrive a puntate ed - a puntate - elabora singole scene da ribalta: ora ci porta in un carcere, ora in un salotto mal arredato, ora in una bottega antiquaria, ora sugli argini di un fiume che trascina cadaveri; noi sismo sospinti da un luogo ad un altro e conosciamo figure differenti ogni volta: una fanciulla indifesa, un artista circense, un ricchissimo vecchio, un poveretto onesto e indifeso; quando sembra di esserci persi (tanto quanto ci si perdeva nell’affollata e crescente Londra vittoriana) Dickens - con "pezzi di bravura" straordinari - allaccia le vicende rendendole una storia così da concedere ai lettori l’approdo sicuro: tiriamo un sospiro, qualche volta concediamo una lacrima. ’Grandi speranze’ non si lontana da questo schema-non-schema: la trama discontinua permette la conoscenza di maschere eccelse, di cui si ameranno i segni somatici e le tonalità della voce; consente di scorgere gli ambienti improntati, di cui si ameranno le macchie sul muro e la polvere agli angoli; permette di amare una scrittura che eccede, di cui si ameranno le finterie, le ambiziose digressioni, le piaghe patetiche, l’affettuosa cadenza. Alla fine un sospiro, per qualcuno una lacrima.