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Lo cunto de li cunti. Testo napoletano a fronte - 9788811367574

di Giambattista Basile Rak M. (cur.) edito da Garzanti, 2003

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Informazioni bibliografiche del Libro

 

Di Basile nulla sappiamo tranne che nacque a Napoli, che morì a Giugliano e che, tra la nascita a Napoli e la morte a Giugliano, fu soldato, marinaio, governatore di paese ed amministratore di città. E sappiamo che fu membro onorario dell’Accademia degli Stravaganti di Creta e dell’Accademia degli Oziosi di Napoli. Stravaganti ed oziosi, Oziosi e Stravaganti: di Basile sappiamo che fu un stravagante (ed ozioso) raccoglitore di favole, novelle, dicerie; di proverbi, memorie, usi e costumi di popoli; di parole di vari dialetti, di parole inventate da latri, di parole ch’egli stessi s’inventava all’istante. Poi, questa marmaglia di cose già dette, venivano gettate in un calderone fantastico (pari soltanto a quello shakespeariano delle streghe del "Macbeth") e mescolate, rimescolate, rimestate ancora d’un poco. Cotte a puntino, sfornate bollenti, bruciavano tanto non appena assaggiate. Ma qual gusto! Di Basile sapiamo che era uno Stravagante, un Ozioso, un gran cuoco di storie. Così il suo Pentamerone non deve tanto al Decamenron di Boccaccio e Firenze quanto al gusto del Seicento Barocco, giacché si mischiano, di pagina in pagina, avventure reali e presunte, personaggi da cronaca e figure fantastiche, eventi credibili ed altri che di credibile non hanno nemmeno parvenza. Così tutta una congrega di mostri, di rifiuti, di fanciulle appestate o malvage e di gioielli e rifiuti, d’animali che parlano e di donne che non ridono, di vecchie, di nani, di sciocchi e d’idioti avvampa per forza d’un dialetto carnale, a tratti pura invenzione da scrittoio, che fonda presenza e che, alla presenza, dona sostanza. Più che Boccaccio, Shakespeare allora. Magari uno Shakespeare da vicolo, da antro, da piazza del mercato o da brolo di porto. Magari uno Shakespeare Stravagante e, un po’, ozioso.

Recensione Unilibro a cura di Alex Toppi

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"Lo cunto de li cunti. Testo napoletano a fronte"
Uno Shakespeare stravagante ed ozioso
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Di Basile nulla sappiamo tranne che nacque a Napoli, che morì a Giugliano e che, tra la nascita a Napoli e la morte a Giugliano, fu soldato, marinaio, governatore di paese ed amministratore di città. E sappiamo che fu membro onorario dell’Accademia degli Stravaganti di Creta e dell’Accademia degli Oziosi di Napoli. Stravaganti ed oziosi, Oziosi e Stravaganti: di Basile sappiamo che fu un stravagante (ed ozioso) raccoglitore di favole, novelle, dicerie; di proverbi, memorie, usi e costumi di popoli; di parole di vari dialetti, di parole inventate da latri, di parole ch’egli stessi s’inventava all’istante. Poi, questa marmaglia di cose già dette, venivano gettate in un calderone fantastico (pari soltanto a quello shakespeariano delle streghe del "Macbeth") e mescolate, rimescolate, rimestate ancora d’un poco. Cotte a puntino, sfornate bollenti, bruciavano tanto non appena assaggiate. Ma qual gusto! Di Basile sapiamo che era uno Stravagante, un Ozioso, un gran cuoco di storie. Così il suo Pentamerone non deve tanto al Decamenron di Boccaccio e Firenze quanto al gusto del Seicento Barocco, giacché si mischiano, di pagina in pagina, avventure reali e presunte, personaggi da cronaca e figure fantastiche, eventi credibili ed altri che di credibile non hanno nemmeno parvenza. Così tutta una congrega di mostri, di rifiuti, di fanciulle appestate o malvage e di gioielli e rifiuti, d’animali che parlano e di donne che non ridono, di vecchie, di nani, di sciocchi e d’idioti avvampa per forza d’un dialetto carnale, a tratti pura invenzione da scrittoio, che fonda presenza e che, alla presenza, dona sostanza. Più che Boccaccio, Shakespeare allora. Magari uno Shakespeare da vicolo, da antro, da piazza del mercato o da brolo di porto. Magari uno Shakespeare Stravagante e, un po’, ozioso.